Il mondo delle steppe euroasiatiche tra indoeuropei e turco-mongoli
Le steppe euroasiatiche, che si estendono dall’Ungheria alla Mongolia e che attualmente costituiscono i territori di gran parte delle ex repubbliche sovietiche, hanno costituito per millenni, sin dal Paleolitico, una cerniera di eccezionale importanza per i movimenti di tanti gruppi umani che le hanno abitate e percorse e sono state un tramite per gli scambi tra Oriente e Occidente.
La ricerca scientifica, seppure frammentata da divisioni culturali e linguistiche, ha ampiamente indagato la storia di questi immensi territori, solo in parte stepposi e inospitali, ma in realtà articolati in aree erbose adatte all’allevamento di animali, in laghi, fiumi, catene montuose e anche deserti.
Dall’espansione in ogni direzione dei popoli parlanti lingue indoeuropee, la cui ipotizzata “patria comune” viene ora riconosciuta nelle attuali Ucraina e Russia meridionale, al vasto dominio dei nomadi Sciti e poi dei Sarmati, all’avanzare verso Ovest di diversi gruppi turco-mongoli provenienti dall’Altai (Unni, Avari, Mongoli e infine varie tribù turche), in seguito alle crisi degli imperi romano, bizantino e sassanide, gli studi hanno ricostruito nelle linee principali gli avvenimenti che hanno segnato dall’antichità al Medioevo questi spazi.
Alcuni problemi rimangono naturalmente aperti, ma sia l’archeologia sia la linguistica sia, più di recente, la genetica hanno ben svelato e indagato formazione e sviluppo dei vari gruppi etnici che hanno percorso le steppe euroasiatiche e fanno intravvedere ulteriori traguardi scientifici grazie all’approccio multidisciplinare degli studi.