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Di nuovo visibili i resti del Ponte di San Rocco a Tivoli
25 Marzo 2016 @ 8:00 - 31 Luglio 2016 @ 17:00
Il recente lavoro di ripulitura della vegetazione nella zona di Ponte Gregoriano (marzo 2016) permette di nuovo di ammirare i resti del Ponte di S. Rocco, che univa il borgo Cornuta all’acropoli di Tivoli e rappresentava il passaggio obbligato per entrare a Tivoli dall’Abruzzo.
Particolare dell’olio su tela “View of Tivoli”, cm. 35,7 x 46,4 (intero) di Gaspar van Wittel (1652/1653-1736)(l’italianizzato Vanvitelli), databile intorno al 1700, altrimenti conosciuta anche come “Veduta di Tivoli con il Tempio di Vesta”, conservata nel Walters Art Museum già Walters Art Gallery, il principale museo di arti visive di Baltimora nel Maryland negli Stati Uniti
Tralasciamo il tempio rotondo dell’acropoli e occupiamoci proprio del valore fotografico della descrizione: sulla sinistra si vede la Chiesa di S. Rocco o di S. Maria del Ponte, appartenente al Borgo Cornuta. Il borgo occupava all’incirca tutta l’area oggi compresa fra il fiume, l’antico canale detto “Stipa” e gli attuali ex Hotel Sirene (la Chiesa era proprio in questo luogo e in un ambiente inferiore, una vera e propria cripta, vi era la sala congregazione dei confratelli di S. Maria del Ponte), Ponte Gregoriano e Largo S. Angelo. Davanti la chiesa si apriva il ponte di San Rocco, più volte caduto e più volte ricostruito, che permetteva di attraversare l’Aniene a valle della cascata vecchia, spettacolo sempre impressionante per tutti i viaggiatori. Ci s’inerpicava poi per la salita di Via delle Mole, così chiamata per la presenza di mulini che sfruttando l’acqua del fiume lavoravano il grano o le olive (qualche mola è ancora visibile sotto questa via). E insistiamo proprio sul tono bozzettistico e documentario della tela con le figurine da presepe che attraversano il ponte o risalgono per via delle Mole o sono in bilico sul tempio rotondo.
Il Ponte di San Rocco, particolare di un olio su tela sempre di Gaspar van Wittel, circa 1725, eccezionale nelle sue dimensioni cm. 200 x 175 e nel formato verticale, collezione privata. Notare sulla sinistra del particolare, la Porta S. Angelo. Il tempio quadrangolare sul lato destro, quello chiamato della Sibilla, è raffigurato da van Wittel per la prima ed unica volta proprio in questa veduta.
Ancora il Ponte di San Rocco in una sanguigna del 1760 di Jean-Honoré Fragonard (1732-1806)
Il ponte di S. Rocco in un’incisione di Florent Fidèle Constant Bourgeois (1767-1841). L’incisione rappresenta la situazione anteriore al 1808, in quanto il ponte in muratura crollò nel novembre di quell’anno e fu sostituito da quello provvisorio in legno, che rimase in essere fino al 5 aprile 1829, quando precipitò nella Grotta di Nettuno.
Ponte provvisorio in legno, nell’incisione del 1824 di Luigi Rossini (1790-1857). Ben visibile la spalla destra del ponte, proprio come appare adesso, dopo il lavoro di ripulitura.
Ancora una visione del Ponte provvisorio in legno sopra la cascata, (visto dalla parte opposta), incisione da un disegno del 1817 di Elisabeth Frances Batty.
© Roberto Borgia, 2016. Ha collaborato il prof. Francesco Ferruti.