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Il culto di Mitra fra Lazio ed Etruria, mostra a Montecelio dal 16 giugno 2018 al 30 settembre 2018
15 Aprile 2018 @ 0:05 - 30 Settembre 2018 @ 20:00
Fino alla chiusura della Mostra (30 settembre 2018) il Museo sarà aperto gratuitamente il sabato e la domenica dalle ore 16,00 alle ore 18,00.
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo
e l’Etruria meridionale
Il dio persiano dal manto stellato. Il culto di Mitra fra Lazio ed Etruria
Mostra
Guidonia Montecelio (Rm) – Museo Civico Archeologico “Rodolfo Lanciani”
Si inaugurata il 16 giugno nel Museo Civico Archeologico “Rodolfo Lanciani” di Guidonia Montecelio la mostra “Il Dio persiano dal manto stellato. Il culto di Mitra fra Lazio ed Etruria”, versione ampliata con reperti dall’area tiburtino-conicolana della mostra “Vulci e i misteri di Mitra. Culti orientali in Etruria”, già ospitata al Museo Archeologico Nazionale di Vulci (Canino – Vt) e nella Villa Savorelli a Sutri (Vt). Il nucleo più spettacolare dell’esposizione è costituito dal corredo scultoreo e ceramico, risalente al III sec. d.C., del mitreo rinvenuto nel 1975 in una domus della città romana di Vulci, tra cui spiccano due gruppi marmorei raffiguranti la tauroctonia. Numerosi sono i riferimenti nel ricco apparato illustrativo agli altri mitrei attestati in Etruria, che fanno della Regio VII, soprattutto nella parte meridionale più vicina all’Urbe, un ambito privilegiato per lo studio della diffusione del mitraismo nel mondo romano. Anche nel territorio tiburtino-cornicolano, strettamente legato a Roma, molteplici sono le testimonianze del culto, come dimostrano il bassorilievo in marmo recuperato nel 1953 a Montecelio, interessanti vasi liturgici rinvenuti recentemente nello scavo di due ville a Guidonia e a Marcellina (in mostra) e le iscrizioni note da tempo a Tivoli (Tibur).
Il dio appare abbigliato con il “manto stellato” nell’iconografia classica che lo vede compiere il vigoroso gesto di uccidere il toro. Sin dalle origini indoiraniche, poiché combattente contro il male, Mitra significò la luce e la vita, tanto da essere identificato con il Sol Invictus, particolarmente venerato fra i soldati che lo elessero a simbolo di fedeltà verso l’imperatore. La religione mitraica penetrò in Occidente nel I sec. d.C. e si diffuse rapidamente anche in seno alla casa imperiale, come dimostra il favore elargito da vari imperatori soprattutto fra il III e il IV secolo fino a Costantino. Il credo mitraico, che contese il passo al cristianesimo, prometteva ai fedeli (solo uomini) iniziati ai misteri la salvezza e l’immortalità attraverso il potere rigenerante del sangue del toro ucciso da Mithras. La tauroctonia, quindi, è la scena topica di tanti rilievi e pitture rinvenuti non solo nei mitrei (in genere ricavati in ambienti semipogei) dei centri urbani, ma anche nelle campagne.
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