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Inaugurazione dei lavori di scavo e di restauro della villa di Traiano ad Arcinazzo
17 Luglio 2016 @ 10:00 - 20:00
Domenica 17 luglio 2016 ore 10,00-20,00
La villa di Traiano ad Arcinazzo Romano sorge 60 chilometri ad Est di Roma, incastonata nello splendido scenario naturale dei Monti Affilani. L’imperatore di origine ispanica M. Ulpius Traianus, che portò l’Impero alla massima estensione, dovette frequentarla – nei brevi periodi liberi dagli impegni politici e militari – soprattutto per dedicarsi alla caccia, di cui era fervente appassionato, e procacciare la selvaggina destinata ai banchetti di corte. L’ampio complesso, costruito nel 114-117 d.C., si articola per circa cinque ettari in due platee artificiali impiantate alle pendici del monte Altuino, delle quali è stata interamente riportata alla luce quella inferiore, che aveva carattere ufficiale e di rappresentanza, mentre quella superiore, indagata mediante prospezioni elettromagnetiche, era riservata al palatium privato. I lavori di scavo e restauro degli ultimi anni, finanziati con fondi Arcus (Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo), ora incorporata in Ales S.p.A., e diretti dalla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, hanno evidenziato la straordinaria ricchezza delle decorazioni che connotava le sale annesse al grande triclinium con fontana-ninfeo affacciato sul giardino. Erano qui fastosi pavimenti in marmi policromi africani e greco-orientali, oggi perfettamente restaurati, pitture e stucchi dorati. Una ricostruzione dell’opus sectile parietale è esposta nel locale Antiquarium che accoglie anche pregevoli arredi ed elementi architettonici confrontabili, per stile e lavorazione, con quelli dei monumenti traianei di Roma. Le pitture di un intero ambiente (riprodotto nel Museo Civico ad Arcinazzo), raffiguranti solenni cerimonie e un paesaggio nilotico, saranno invece mostrate ai visitatori nel laboratorio ove è in corso il restauro. A conclusione del “Progetto Villa di Traiano”, quindi, una parte cospicua del complesso residenziale, uno dei più importanti e finora meno noti del Lazio, può essere restituita alla pubblica fruizione, nel quadro di una più ampia valorizzazione territoriale, grazie alla sinergia fra il Comune, cui è affidata la gestione del sito, e la Soprintendenza archeologica.