Grande successo della visita guidata alla Tibur sotterranea
Con la visita guidata “Alla scoperta della Tibur sotterranea: tra vecchi e nuovi scavi” la Società Tiburtina di Storia e d’Arte ha ripreso le sue attività di relazione con i soci e i simpatizzanti, sospese dall’estate scorsa a causa della pandemia. Il parziale allentamento delle misure restrittive ha consentito di accogliere le richieste di partecipazione di 25 persone, che hanno accettato di buon grado la “cura intensiva” alla quale sono state sottoposte, quasi a voler recuperare il tempo perduto a causa dell’emergenza sanitaria. La visita ha compreso infatti, in successione, i resti della basilica civile del Foro, conservati in varie parti della cattedrale di S. Lorenzo, la torre di S. Caterina e i resti del monastero omonimo, il “Mercato coperto” di via del Colle, la posterula di S. Pantaleone, il criptoportico del palazzo Coccanari Fornari, attuale sede della Biblioteca comunale, e gli avanzi dei poderosi pilastri in travertino che costituivano l’ingresso, dall’odierna piazza dei Selci, dei gradus antichi corrispondenti oggi al vicolo della Scalinata.
Il principale curatore della visita, il nostro consigliere dott. Zaccaria Mari, dopo aver inquadrato la storia e lo sviluppo del Foro tiburtino, che coincide con l’attuale piazza del Duomo, ha guidato i partecipanti a osservare i resti della basilica romana e in particolare la sua abside dietro la tribuna della Cattedrale (fig. 1), oggetto di recenti indagini di scavo, che hanno consentito di raggiungere il livello pavimentale dell’edificio, chiarendone definitivamente la funzione e l’architettura: la basilica non era a cielo aperto ma doveva avere una copertura a tetto. È stato anche possibile percorrere una stretta intercapedine tra il lavatoio pubblico e il fianco destro del Duomo, dove sono stati lasciati in vista tratti della muratura in opus incertum della basilica (fig. 2). Per tutto questo è doveroso ringraziare il parroco della Cattedrale, don Fabrizio Fantini.
Il gruppo si è poi trasferito nell’area dell’ex cartiera Amicucci Parmegiani, eccezionalmente aperta al pubblico grazie al Comune di Tivoli, dove il dott. Mari ha illustrato le fasi costruttive e la funzione della torre di S. Caterina (fig. 3), sostenendo inoltre la necessità di sollecitare le istituzioni competenti a procedere al suo restauro. Il prof. Francesco Ferruti, consigliere della Società Tiburtina, ha poi delineato le fasi storiche del convento di S. Caterina e richiamato l’attenzione sui resti della sua chiesa gotica (fig. 4), ancora abbastanza ben conservati nonostante l’abbandono secolare e alcuni inappropriati adattamenti recenti.
Successivamente la comitiva si è spostata in piazza Domenico Tani, l’antica platea concepita come ampliamento dell’area forense, che era sostenuta da un doppio criptoportico, il cui aspetto è stato ricostruito dal dott. Claudio Vecchi, anch’egli consigliere del nostro sodalizio. Nell’occasione il consocio Tertulliano Bonamoneta, a nome della Società Tiburtina, ha donato a tutti i partecipanti una cartolina riproducente l’incisione di Luigi Rossini con i Portici del tempio d’Ercole (1826), che raffigura in realtà la scenografica facciata a valle del criptoportico, che sarà oggetto di una prossima visita guidata. In piazza Tani è stato possibile visitare anche gli avanzi della chiesa gotica di S. Benedetto (fig. 5), recentemente evidenziati da un appropriato intervento di valorizzazione.
Percorrendo la discesa di via del Colle, dopo una breve sosta presso la “Porta Maggiore” delle antiche mura, ci si è soffermati davanti alla facciata del cosiddetto Mercato coperto (fig. 6), che – come ha spiegato il dott. Mari – costituiva in realtà la copertura di un asse viario più antico, realizzata nella prima metà del I secolo a.C. per creare una platea destinata all’ampliamento della soprastante piazza del Foro. Grazie al consocio Bonamoneta, è stato possibile anche percorrere un breve tratto della via tecta, che si è poi potuto osservare dall’alto accedendovi da via di Postera.
Questa via prende il nome dalla posterula delle antiche mura tuttora conservata in piazza Taddei (fig. 7), la cui funzione è stata illustrata dal dott. Mari, mentre il prof. Ferruti ha ripercorso brevemente le vicende medievali della chiesa di S. Pantaleone, che ha dato il nome attuale alla postierla e i cui resti sono ancora conservati in alcune cantine della zona.
Il gruppo ha poi raggiunto piazza del Tempio d’Ercole, dove sorge il palazzo Coccanari Fornari, che comprende al suo interno un tratto di un antico criptoportico (fig. 8), risalente alla seconda metà del I secolo a.C. e già studiato dal prof. Cairoli Fulvio Giuliani, attuale presidente onorario della nostra Società, nel primo volume della Forma Italiae dedicato a Tibur (1970). Il criptoportico è stato illustrato dal dott. Vecchi, responsabile dello scavo più recente, il quale ha spiegato che il manufatto attualmente visibile era stato preceduto da due fasi edilizie, rappresentate da muri obliqui rispetto al criptoportico stesso. Una di tali fasi è caratterizzata dalla presenza di un bel pavimento con riquadro centrale campito da un reticolato romboidale di losanghe realizzato con tessere musive bianche (fig. 9), che è stato datato alla seconda metà del II secolo a.C. Il criptoportico è stato reso praticabile da un intervento promosso dal Comune di Tivoli, che ci si augura possa presto aprirlo ai visitatori e ai frequentatori dell’attigua biblioteca.
Il criptoportico sottopassava l’odierno vicolo della Scalinata, secondo quanto ha accertato una recente indagine condotta dalla consocia dott.ssa Valentina Cipollari sotto alcuni edifici di piazza dei Selci, che ricorda nel nome il basolato della strada romana tuttora visibile ai piedi del campanile romanico di S. Nicola in Selci. La dott.ssa Cipollari ha sottolineato inoltre come il vicolo stesso abbia ricalcato l’andamento di una gradinata antica, della quale sono ancora visibili i piedritti di accesso in travertino lungo la scalinata medievale (fig. 10).
Si è conclusa così la prima visita guidata della ripresa, che ha riscosso un notevole successo tra gli intervenuti, i quali si sono augurati di poter partecipare in futuro ad altre iniziative promosse dalla Società Tiburtina di Storia e d’Arte, in cui si spera di ampliare il numero dei partecipanti, così da soddisfare le numerose richieste pervenute anche dopo lo svolgimento dell’evento.
Didascalie delle figure richiamate nel testo:
Fig. 1. L’abside della basilica civile del Foro (foto Z. Mari).
Fig. 2. La parete in opus incertum della basilica sul fianco destro del Duomo (foto F. Ferruti).
Fig. 3. La torre di S. Caterina (foto F. Ferruti).
Fig. 4. I resti della chiesa gotica di S. Caterina (foto E. Porrazzo).
Fig. 5. Una colonna pertinente alla chiesa di S. Benedetto (foto F. Ferruti).
Fig. 6. Il “Mercato coperto” (foto Z. Mari).
Fig. 7. La posterula di S. Pantaleone (foto E. Porrazzo).
Fig. 8. Il criptoportico di palazzo Coccanari Fornari (foto E. Porrazzo).
Fig. 9. Il mosaico rinvenuto sotto il criptoportico (foto F. Ferruti).
Fig. 10. Uno dei due piedritti romani in vicolo della Scalinata (foto F. Ferruti).