Il culto di Ercole a Tibur e nel territorio tiburtino in ambito pubblico e privato: tra vecchie e nuove testimonianze archeologiche
E’ noto che la massima divinità dell’antica Tibur era Hercules Victor, protettore della transumanza, dei traffici e di alcune attività agricolo-produttive, venerato nel grande santuario extraurbano, ma il culto dell’eroe-dio era presente anche in città ed ampiamente diffuso nel territorio. Recente è la scoperta (2022) di oggetti votivi nell’area dell’ex cartiera Parmegiani, forse riferibili al tempio, citato in un’iscrizione, di Hercules Saxano, nome tutelare dei cavatori e dei commercianti di travertino. Rinvenimenti di statue, bronzetti, dediche punteggiano l’intero corso della via Tiburtina Valeria documentando il culto erculeo sia in ambito pubblico che privato. Presso il pagus Mandela (oggi Mandela) una vasta proprietà terriera era detta “di Ercole”, a Castel Madama una concia fu posta sotto la protezione del dio, in una villa a colle Vitriano Ercole è raffigurato nel frontone del sacello, quella dei Gallonii a Guidonia Montecelio (scavi del 1998) era affidata ad Hercules definito sospitalis e custos. Inoltre con gli attributi (clava e pelle leonina) di Ercole, che da uomo aveva conquistato l’immortalità, vennero raffigurati nelle tombe molti personaggi affiliati al collegio sacerdotale degli Herculanei.