Scheda: Il cosiddetto mercato coperto a Tivoli (a cura di Zaccaria Mari)
SCHEDA SCAVI ARCHEOLOGICI
Provincia: Roma
Comune: Tivoli
Località: Via del Colle
Tipologia: Sostruzione
Autore della scheda: Zaccaria Mari
Il c.d. “Mercato coperto” a Tivoli è un imponente edificio in opus incertum di calcare della prima metà del I sec. a.C., che si affaccia con un fornice a tutto sesto in blocchi di travertino (alt. m 12 ca.; fig. 1) su via del Colle, l’antica via Tiburtina, nel cuore della città medioevale (fig. 2). Addossato alle mura urbiche in opera quadrata di tufo del IV-III sec. a.C. e prossimo alla porta detta Maggiore, fa parte dei grandi edifici della monumentale ristrutturazione di Tibur in epoca tardo-repubblicana. Il fornice è sormontato da una finestra strombata ad arco ribassato (fig. 3), su cui correva una cornice sorreggente un arco a conci, entrambi crollati nel 1815 (fig. 4).
L’interno, oggi trasformato in cantine e abitazioni, era costituito da un lungo ambiente rettangolare (m 31,50 x 5,30; fig. 5), coperto a botte, con cinque vani sul lato sinistro, due rettangolari (coperti a botte; figg. 6-7) e tre a forma di nicchioni semicircolari (coperti con un’unghia di volta a botte), e il pavimento costituito di quattro piattaforme raccordate da scale in salita verso il lato opposto alla via. Già interpretato come un vero “Mercato coperto” e paragonato con quello di Ferentino (Boëthius 1932), in epoca più recente è stato ritenuto una substructio cava eretta per ampliare il sovrastante piazzale del Foro (Giuliani 1970), la quale inglobò al suo interno un tratto di strada extramuranea divenuta così una via tecta. La conferma di tale interpretazione, che, seppur plausibile, restava ipotetica, è venuta dal rinvenimento nel 1998 durante lavori edilizi in via Taddei (circa 70 metri a Sud del “Mercato”) di una porzione di lastricato stradale in basalto antistante un tratto delle mura (lungh. m 8, alt. 3,50; figg. 8-9) presso la medioevale posterula di S. Pantaleone. I basoli, oggi visibili da una botola, perfettamente conservati e senza evidenti tracce di usura (fig. 10), sono delimitati nel margine verso le mura dalla crepidine; nello spazio (largh. m 2 ca.) che li separa da queste correva forse un marciapiede. Il rinvenimento, reso noto soltanto nell’ultimo numero della benemerita rivista di storia patria di Tivoli (Mari 2017), ha anche consentito di interpretare meglio i passi di due documenti del X secolo, i quali, nel citare una “scala marmorea”, alludono con ogni probabilità alla cordonata che proveniva da fuori le mura e si inoltrava sotto la porta antica perpetuata da quella medioevale. Il termine “marmorea” è verosimilmente da riferire non al “marmo”, ma al colore della pietra (travertino o calcare) dei gradini, soprattutto se questi vennero realizzati contestualmente al “Mercato” e impiegando gli stessi materiali.
La necessità di estendere nel I sec. a.C. la superficie del Forum si impose a causa della riduzione che questa aveva subito con l’impianto della basilica civile nel sito dell’attuale Duomo e di templi nell’area circostante. La soluzione scelta fu quella di trasformare un segmento della viabilità extra moenia in una via “coperta” (fig. 11), come già era avvenuto, o stava avvenendo, con la costruzione del santuario di Ercole (che inglobò un tratto in salita della Tiburtina) e forse con altre realizzazioni nell’ambito della città.
Lo scavo è stato seguito e documentato da Zaccaria Mari.
Bibliografia
- Uggeri, Journées pittoresques de Tivoli, Roma 1806, p. 8, A. Boëthius, Die Warenhäuser in Ferentino und Tivoli, “Acta Archaeologica” 1932, pp. 191-208, C.F. Giuliani, Tibur, pars prima, “Forma Italiae” I, 7, Roma 1970, pp. 218-222, n. 114 e p. 51, Z. Mari, Il c.d. “Mercato coperto” a Tivoli, “Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte” 90, 2017, pp. 119-140.
Le schede sono pubblicate sul sito del Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.
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